Dødsengel – Bab Al On (2022)

Durante il mio procedere universitario, mi sono trovato a confrontarmi con una serie di difficoltà relative ad alcuni corsi obbligatori. Alcuni erano semplicemente difficili e con talmente tanto materiale da studiare, da lasciarmi vagamente basito. Altri, invece, erano semplicemente complessi da approcciare: uno di questi era Diritto Commerciale. Non sono mai riuscito a “scaldarmi” molto quando lo vedevo sul piano di studi. Non è mai stata una di quelle materie che mi hanno fatto esclamare “amo il diritto” (alla fine di tutto il percorso di studi, ironia della sorte, nessumo mi ha fatto saltare di gioia ed è per questo che non sono un apprezzato avvocato ma tutt’altro… ma questa è una storia diversa). A pensarci adesso, studiare diritto commerciale seriamente mi avrebbe garantito un futuro molto roseo, con tanto di Tesla, vestiti firmati e un conto bancario a prova di bomba. Ma tutto questo non mi interessa, quindi sono uscito dal giro. Ragionandoci sopra, diritto commerciale era un’ottima scelta; ma quando mettevo il naso sopra i libri, mi saliva il pranzo della domenica e incominciavo a divagare, dormire, bestemmiare o giocare a Briscola chiamata. Il nuovo album del Dødsengel, Bab Al On (uscito a dicembre 2022), mi prende male anche se è formalmente un disco fatto molto bene e concettualmente ha tutto in ordine. Concepito come la trasposizione in musica di un rituale satanico, il black metal di Bab Al On si dimena fra elementi atmosferici, rallentamenti ed esplosioni di violenza fino ad arrivare alla nenia blasfema di Agnus Dei, acustica e interamente in latino. Tutto bene, sta di fatto che Bab Al On è un mattone assurdo da ascoltare se non sei perfettamente sintonizzato sulla stessa onda dei Dødsengel. Cosa anche difficile da fare, visto che di approcciare il disco in maniera più “easy” non se ne parla. O tutto o niente. Questo è il grandissimo pregio e il limite di Bab Al On, sto parlando di un disco che riesce fisicamente a portarti in uno stato di trance e di partecipazione all’invocazione del Demonio come pochi, ma superare lo scoglio del suo essere ostinatamente ostico e inapprocciabile potrebbe far desistere moltissimi ascoltatori. Per la recensione mi sono sentito il CD più volte, ma dubito fortemente che entrerà nella mia playlist degli ascolti (anche di quelli distratti) e che riapproccerò nel prossimo futuro la materia Dødsengel. Satanici e ostici, i norvegesi non sono per tutti e, di certo, fanno “una selezione all’entrata” che quelle universitarie sembrano gli enigmi del Cucciolone. [Zeus]