Con un po’ di ritardo arriviamo a recensire The Second Coming, secondo full-lenght dei Visionoir, progetto del polistrumentista Alessandro Sicur. Il nuovo album arriva a distanza di quattro anni dal precedente The Waving Flame of Oblivion, uscito nel 2017, riprendendone e portandone oltre le sonorità progressive/avantagrade, appesantendo ulteriormente la proposta indirizzando la parte più heavy verso lidi decisamente death metal.
L’opener Lost in a Maze è un concentrato di death, progressive ed inserti elettronici, con voce sia in clean che in growl ed è emblematica di ciò che troveremo all’interno dell’album. La successiva The Snooping Shadow mostra il lato più sperimentale e folle della band. Ascoltando il cd più volte i richiami che ho avuto sono stati gli Arcturus, con le loro evoluzioni spaziali, e il Devin Townsend più sperimetale ed estroso, con un uso massiccio di effetti e virtuosismi strumentali.
Nel suo insieme The Second Coming segue una direzione ben precisa e comprensibile, ma personalmente l’ho trovato eccessivamente carico di inserti ed effetti che vanno a sommarsi ad una base già composta da molto strati. Poi che questo possa essere un difetto o meno dipende anche dai gusti dell’ascoltatore e da quanto sia all’interno di questo genere. Ho trovato dell’ottima musica qui dentro, sia chiaro, ma in alcuni momenti arrivava a sovraccaricarmi di input tanto da richiedere una pausa prima di continuare l’ascolto.
Da segnalare la presenza di Clarissa Durizzotto al sassofono in Horror Vacui e nella conclusiva title-track, mentre alla voce troviamo come ospiti Fabio Vogrig (Handful of Dust, Noioc, End of Eternity) e Alessandro Serravalle (Garden Wall). The Second Coming piacerà sicuramente agli appassionati di avantgarde, progressive e sperimentazione, mentre potrebbe risultare un po’ ostico a tutti gli altri.
[Lenny Verga]