Vampiri e black metal, ed è subito anni ’90! Battute a parte, per me è sempre stato un connubio azzeccato, che ha dato vita ad album memorabili in casa Cradle Of Filth, cioè tutta la produzione compresa tra il 1994 e il 1998, e che anche in casa nostra ha avuto i suoi portavoce, come i Theatres Des Vampire. Ed è proprio dall’Italia che provengono i Morcolac, che non ci pensano minimamente a ricalcare il lavoro dei nomi sopra citati ma percorrono una propria via, giunti con questo Drawbridge to Citadel of No More Dawn alla terza pubblicazione ufficiale. Si tratta di un EP, ma è abbastanza consistente per contenuto e durata.
L’EP si apre con la strumentale Witchblessed Nightwaltz, giocata quasi interamente sui synth, che ci introduce in un paesaggio gotico e decadente, dagli accenti medievaleggianti. Si passa poi a Memorialmoon Narrates the Morbose che, a sorpresa, è uno sparatissimo black costruito su riff e velocità in cui la parte sinfonica ricopre un ruolo minore. Dungeon Dustears rallenta i tempi, porta i synth in primo piano, introduce chitarre armonizzate e linee melodiche più marcate, portando alla mente i Summoning. Queste sono le caratteristiche con cui prosegue il disco, prima di dare spazio alla cover di The Chant of Barbarian Wolves dei Satanic Warmaster e giungere alla conclusione con un’altra strumentale di synth a chiudere il cerchio.
Drawbridge to Citadel of No More Dawn è un buon lavoro che non deluderà gli appassionati di symphonic e atmospheric black. Grazie alle sue atmosfere ha un che di colonna sonora, qualcosa che starebbe bene come commento musicale a un episodio della serie Castlevania. Adesso attendiamo un LP.
[Lenny Verga]