Remina – Strata (2022)

Ci risiamo: metal ispirato alla fantascienza e a me vengono gli occhi a stellina, anzi a galassia. Però questa volta non viene tirata in ballo solamente la letteratura, ma anche il cinema e i manga. I Remina sono una band di recente formazione che vede coinvolti il musicista Mike Lamb e la cantante Heike Langhans, già collaboratori in altri progetti, e Strata è il loro esordio discografico. Cosmic Doom viene definito il genere proposto che è, in soldoni, un doom metal che punta sull’atmosfera, sull’ambient spaziale e sulla melodia per ricreare e raccontare le storie a cui si ispira, spesso tristi e malinconiche. 

La prima traccia Aeons Rain vede un riffing di chitarra appoggiato su un sottile strato di synth, onnipresente ma non invasivo, e un lavoro eccellente sulle linee vocali della Langhans, avvolgenti e seducenti. La successiva Obsidian alza ancora l’asticella, portando tensione nei riff e maggiori contrasti con i momenti di calma.  Se dobbiamo trovare un minimo difetto a Strata, sta nella poca varietà e nella ripetizione di alcune strutture, composte da intro melodico e atmosferico, dall’inserimento della parte doom metal, da un intermezzo e da un crescendo finale. Essendo costituito da solo sette pezzi, l’album non ne risente particolarmente. Però c’è de dire che in questi crescendo l’estro creativo dei due raggiunge livelli veramente ottimi, creando ogni volta scenari emozionanti.

Le opere da cui i Remina traggono ispirazione vanno dai manga Blame! di Tsutomu Nihei e Hellstar Remina di Junji Ito, al film di Danny Boyle Sunshine, alla serie, sia di libri che TV, The Expanse, tutte opere che, se non le conoscete già, vi consiglio di recuperare. Strata non è un album di metallo pesante e brutale, è tutt’altro: è un concentrato di melodie, di oscurità, di romanticismo, di malinconia e di sentimenti e non c’è assolutamente niente di male in ciò. Certo non lo consiglio a chi si nutre solo di brutal, ma chi apprezza la musica atmosferica e sognante troverà in questo esordio un ottimo ascolto.

[Lenny Verga]