Aftermath – No Time To Waste (2023)

Tornano sulle pagine di The Murder Inn gli americani Aftermath, che avevamo accolto con il loro precedente lavoro There Is Something Wrong nel 2019. Ricordiamo che quell’album sanciva il ritorno della band sulle scene dopo ben venticinque anni. Con questo No Time To Waste si conclude quella che è, concettualmente, una trilogia iniziata con l’esordio Eyes Of Tomorrow (1994).

Gli Aftermath sono considerati tra i pionieri del crossover, avendo messo insieme fin dagli inizi il thrash metal con elementi technical, progressive e anche altro. Cè un che di slayeriano nella title track posta in apertura, grazie anche al lavoro del singer, mentre nella seguente Original Instructions la via seguita sembra quella dei Voivod. Come partenza non è niente male, c’è rabbia, potenza e tecnica, varietà, un miglioramento rispetto al precedente lavoro che mi aveva convinto solo in parte. Meno intermezzi, meno fronzoli rendono questo album più compatto e diretto e i dieci brani scorrono tra mazzate che sconfinano nell’hardcore (Transoform & Disrupt) a pezzi più melodici ed elaborati (Up Is Down). C’è addirittura un pezzo che è più narrato che cantato, Strawman in The House of Cards, e, in chiusura, la cover di Give Peace A Chance di John Lennon che, col suo testo, si integra perfettamente al messaggio e al concept creato dalla band.

La proposta degli Aftermath non è delle più semplici e immediate perché gli elementi in gioco sono tanti e diversi e possono lasciare spiazzati, quindi potrebbe non piacere a tutti. È necessario arrivare alla fine dell’album per avere un quadro definito d’insieme e capirne il disegno riascoltandolo. Dal mio punto di vista, rispetto al passato ho trovato un notevole miglioramento nelle parti vocali, ora molto più espressive e varie. Tecnicamente la band è ed è sempre stata valida e in questo No time To Waste sembra anche molto più ispirata rispetto all’album precedente. Per chi ama le cose non convenzionali, è un ascolto consigliato.

[Lenny Verga]