Mötley Crüe – Shout at the Devil (1983)

Lo sentite il profumo di lacca per capelli, il rumore dei vestiti di pelle, le ombre del mascara e l’impenitente rossetto? Era il 1983 e c’era poco da scherzare, il glam rock stava prendendo il volo e avrebbe messo a ferro e fuoco il Sunset Strip Blvd e poi le arene d’America e via via crescendo per quasi un decennio. Finchè un paio di ragazzotti altrettanto spostati, drogati ma con la pervicace volontà di essere anti-rockstar non se ne sono usciti dal Nord Est americano e hanno avuto la fortuna di essere intercettati da qualche A&R più sveglio del solito. Ma questo succederà in pochi anni, quando l’America passerà dall’esuberanza Reaganiana alle guerre di Bush e alla nuova era di Clinton. Gli anni ’80 erano l’epoca dei supereroi sgarbati, dei filmacci d’azione, degli action-hero alla stregua di Schwarzenegger, Van Damme e Stallone, della cocaina che arrivava a pioggia, del sesso selvaggio e dei party senza futuro. Gli anni ’80 erano edonistici, erano eccessivi, lustrini e decadenza, opulenza e marciume. Era l’epoca delle rockstar planetarie. Quindi doveva avere successo una band che era più o meno tutto questo messo insieme, una band, i Mötley Crüe, che voleva essere grande, che voleva essere adorata ed eccessiva. Giovane e trasgressiva. Nessuna tendenza a volersi mettere al lato del palco come un Cobain. Nessuna volontà del cashmerino e delle canzoncine cantate voce e chitarra, col tizio che sembra aver appena pestato un riccio. No Nikki Sixx e compagnia volevano essere grandi e con Shout at the Devil ci tentano senza problemi segnando, forse, uno dei due/tre dischi realmente decenti in mezzo a moltissimi titoli che boh non è che son proprio da mettere nel museo. Parere personale, visto che tanto il glam rock non l’ho mai ascoltato più di tanto, troppo pop e poco metal per me… ma il mio giudizio non è quello di maggioranza.
Però sono onesto con me stesso e vi dico: se si vuole musica da party, quella che piace sia al tuo socio quando ha bevuto tre gin tonic sia alla tipa che di metal non sa che farsene, allora i Mötley Crüe sono qualcosa che, a 30 anni di distanza, possono essere messi senza problemi. E la title-track, giusto per dirne una che più famosa non si può, il piede me lo fa sbattere e la ascolto senza lamentarmi.
[Zeus]