Mark Lanegan – Here Comes That Weird Chill (2003)

Personalmente, con l’arrivo di Here Comes That Weird Chill (che io ho sempre chiamato Here Comes The Weird Child, non chiedetemi perchè anche se un senso ce l’ha), il mio affetto incondizionato per Lanegan ha incominciato a scricciolare. L’amore per le composizioni di Mark terrà botta ancora con Bubblegum e troverà un mezzo sollievo con Blues Funeral, ma non sarà più come quello precedente al 2001. Tanto che dopo Blues Funeral non ho più acquistato un disco e gli ultimi non li ho nemmeno ascoltati, se non un rapidissimo skip fra singolo e qualche canzone a casaccio. Quanto prodotto da Lanegan prima della sua morte non era per me, non mi parlava più ad un livello che mi bruciava le interiora. Here Comes That Weird Chill è straniante, se comparato a Field Song e anche a Bubblegum devo ammettere. I suoni diventano improvvisamente freddi, meccanici e anche la voce viene ritoccata, facendole perdere molto dell’appeal che ha sempre avuto. Non so, anche a 20 anni di distanza questo EP non mi prende per niente, non riesco a sentirlo se non a spezzoni e, giuro, che oggi (fine ottobre, n.d.A.) è la prima volta che lo rimetto su Spotify da anni – il CD penso di averlo lasciato in Italia. L’unica canzone che mi è cara è Lexington Slow Down (in parte anche Wish You Well), brano dove ancora Lanegan tocca delle corde dell’anima che pensavo di aver dimenticato. Il canto del cigno di un disco che è squisitamente burbero e onestamente non all’altezza dei precedenti (o i due successivi, ad onor del vero).
Doveva cambiare, Lanegan, soprattutto dopo aver rotto la partnership decennale con Mike Johnson. I tour con i QOTSA, le mille collaborazioni e la voglia di sperimentare altro avevano portato Lanegan a tentare altre vie, altre musiche (sentite quanto QOTSA c’è dentro Skeletal History) e approcci diversi, soprattutto guardando indietro alla new wave, agli anni ’80 e via dicendo. Niente, non riesco a salvarlo realmente Here Comes That Weird Chill, non è brutto come quanto verrà post-Blues Funeral, ma non è neanche bello quanto Field Songs e precedenti. Il delitto di essere una via di mezzo, troppo presto e troppo tardi allo stesso tempo.
[Zeus]