Mother Misery – From Shadow to Ghost (2023)

Sono stati una piacevole scoperta gli svedesi Mother Misery, che in realtà hanno pubblicato il primo album già nel 2004, e che arrivano al quinto con questo From Shadow to Ghost. Ci sono stati presentati come band hard rock/melodic metal ma giocano di continuo sul confine con sonorità più heavy, superandolo spesso e volentieri. Già dalla prima traccia, No Halo, il riffing è genuinamente metal e anche bello roccioso, mentre la parte più melodica emerge nel ritornello, caratteristica, tra l’altro, di certo metal svedese che nei Mother Misery ogni tanto fa la sua comparsa. Infatti nella successiva The Phoenix il suono si indurisce ulteriormente ricordandoci proprio quel tipo metal scandinavo.

Si continua sulla stessa scia con What Can I Say, mentre dalla quarta traccia è l’aspetto più hard rock e melodico ad emergere per qualche brano, ma mai in modo banale. Pezzi come Don’t Be the Broken e We Live, We Die si stampano immediatamente nel cervello, hanno melodie orecchiabili ma dimostrano un songwriting maturo. L’album continua poi ad alternare pezzi più pesanti ad altri più melodici, in modo coerente con ciò che abbiamo visto finora, fino alla sua conclusione. From Shadow to Ghost è un lavoro senza cedimenti, bilanciato nella forma (dieci pezzi per quarantacinque minuti di durata), coinvolgente da ascoltare. Se siete fan di band come Alter Bridge, Audrey Horne e di ciò che viaggia tra l’hard e l’heavy, se non conoscete già i Mother Misery, avete un nuovo nome da aggiungere alla lista.

[Lenny Verga]