Hâl – Drei Dezennien (2023)

Perchè ascoltare gli Hâl potreste chiedervi, sconvolti dal titolo in tedesco fuori dalla ormai normalità chiamata Rammstein. Primo, perchè fanno black metal e, dato il meteo bastardo che mi ha fatto sognare la primavera in febbraio, adesso mi ripaga con nuovo inverno di matrice Immortal. In secondo luogo per il tema trattato. Va bene, i testi nel metal sono inutili (cit. Lord Baffon II), ma quante band nel panorama estremo hanno dedicato un minimo di testa e/o di ricerca nell’enorme storia europea al di fuori dell’approdo ormai trendy della prima guerra mondiale o la culla data dal secondo conflitto mondiale? Se tolgo la fascinazione per il periodo dell’Impero Romano, che comunque fa sentire il suo fascino anche su gente del Canada, gli ormai usati&abusati vichinghi e qualche sparuta cosa qua e la… beh, nessuno. Ecco perchè i germanici Hâl, da Magdeburgo, che vanno a pescare la Guerra dei Trent’Anni sono la classica mosca bianca. Gli Hâl, in realtà, sono il progetto solista di tal Vandergrift, e con Drei Dezennien sono alla seconda prova indipendenre dopo l’esordio del 2021 con Von Nacht und Mahr. Sette tracce, canzoni che superano i 5 minuti e un modo di approcciare la composizione che, vuoi più, vuoi meno, risente pesantemente del fatto di essere una one-man band. Il songwriting non è affatto male, abbastanza vario e le molte sortite verso i territori più veloci vengono compensate da inserti di tastiere a completare l’opera in termini piú complessi e fornendo un certo retrogusto fra la grandeur e la decandenza. A scegliere una canzone, a bomba come si dice fra i giovani, citerei di certo Die Saat aus Pest und Tod, per me ancora oggi la canzone migliore del lotto. Gli Hâl non sono semplicissimi e non sono il gruppo ignorante da mettere su durante le sedute di distruzione delle cellule cerebrali e del fegato. Vandergrift scrive in maniera non immediata, con diversi particolari che saltano fuori solo ad un terzo, quarto ascolto e soprattutto parte con Die Glocke schlug zu Prag (inizio perfetto visto che tratta della defenestrazione di Praga), oltre 7 minuti che non sono proprio una Ace of Spade come velocità di ricezione. Quindi ci sta metterci un po’ di impegno e non ascoltare Drei Dezennien quando state tritando la cipolla. Cosa che comunque sarebbe ideale in ogni caso, a meno che non vi ascoltate Avril Lavigne. Credo. Progetto interessante quello degli Hâl, se forse in termini musicali non produce novità di sorta, sotto il profilo di interesse storico e varietà siamo sulla buona strada. Dedicato a tutti i blackster, anche quelli col maglioncino a collo alto, occhialino e che bevono solo vino bio-dinamico proveniente dalla spremitura degli acini da parte di vergini norrene. [Zeus]