Sepultura – Roorback (2003)

Ho letto in questi giorni la notizia che Igor e Max Cavalera faranno uscire la ri-registrazione di Bestial Devastation e Morbid Vision, andando a cagare direttamente nel piatto degli odierni Sepultura e ricordando a tutti come riuscire, con costanza e determinazione, a infangare il ricordo che si ha di una band importante nella storia del metal. Come se non fosse già abbastanza quello che hanno combinato Max Cavalera da solo (i Soulfly mi fanno ancora prendere spavento e Imodium a non finire) o con il fratello (progetti che ho ignorato a gamba tesa) e, mi raccomando, non dimenticandosi tutto il bruttume uscito a nome Sepultura post-Roots. E già con Roots possiamo discutere, e l’abbiamo anche fatto. I Sepultura, quelli veri e che sanno colpirti in faccia con un bastone sono finiti con Chaos A.D., il resto lo lascio al giudizio dei posteri e mi sa che non sarà uguale al mio.
Il problema di aver raggiunto l’apice nel 1993 (se non mi addormento, provo a celebrare il trentennale di Chaos A.D. a settembre) è che dopo sei inevitabilmente costretto a cedere terreno e guardare in faccia il tuo declino. L’abbandono di Cavalera, in prospettiva storica, non è stato altro che il sigillo sulla fine. Il problema è che non potrei giurare che, in mondi alternativi e con Cavalera ancora dentro i Sepultura, la band sarebbe stata capace di produrre di nuovo perle epocali come Arise o Beneath the Remains o altro a scelta. Cosa dicevano dell’effetto sorpresa? Che è come la verginità, non è replicabile.
Roorback è invece profodamente coerente con quanto erano i Sepultura fra fine 1990 ed inizio 2000, una band completamente alla deriva. Roorback non riesce, e non avrebbe potuto essere altrimenti, a risollevare le sorti di un gruppo che ormai tentava di battere una strada, quella del thrash/groove metal con pentolame delle Ande, che aveva già perso forza e visione 7 anni prima. Against era brutto, Nation lo era altrettanto e quindi perchè tentare altro? Anche Roorback era, è e probabilmente sarà, brutto.
Le canzone sono scemotte e, quando non lo sono, sono semplicemente inutili.
Al terzo disco in studio, Derrick Green ci tenta con tutte le forze di essere il jolly pescato dal mazzo, butta il suo scream hardcore nella mischia e ci mette anche dei clean in omaggio (Bottomed Out, de dio), ma ha due difetti: 1) i Sepultura non girano, e 2) lui non rende granchè. Però è dura essere performante quando Kisser. che dovrebbe fornirti il materia su cui berciare, alza il volume dei riff ma ne diminuisce la potenza. Sento Roorback e mi viene in mente il paragone con gente come Lamb of God et similia, i riff sono voluminosi ma sterili. Sono solo alti, ma volete mettere quella forza/quel cazzodurosenzafuturo che ti cresce nell’anima quando parte il riff di Arise? O sceglietene un altro pre-1996.
Discorso simile vale anche per Igor Cavalera, il quale picchia, pesta, mastica, ma lo fa senza essere quell’Igor di un tempo. Tanto che probabilmente deve averlo capito anche lui che non è più cosa e post-Dante XXI se ne è andato a giocare a fare il fratello Cavalera con Max. Ovviamente non prima di avermi rovinato e portato sull’orlo della depressione dopo aver visto i Sepultura + In Flames in occasione del tour di supporto di questo disco infame.
Molti hanno invocato lo scioglimento dei Sepultura o pianto sperando la reunion con Max, ma Kisser & Co. sono rimasti coerenti nel tempo. Hanno proseguito su una rotta e l’hanno tenuta, anche quando la nave imbarcava acqua a palate. Ci vogliono i cojones per farlo, o incoscienza, e gli do atto ad Andreas Kisser che non è uno che cede facilmente. Merita del rispetto. Peccato che per moltissimi anni non abbia più avuto niente da dire in termini musicali.
[Zeus]