Metallica – ReLoad (qualcuno ne dovrà pur parlare)

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(da web)

Lo minaccio anche nel titolo: qualcuno di questo disco ne dovrà pur parlare nel ventennale della sua pubblicazione.
Visto l’articolo precedente su LOAD, direi che mi getto sul pezzo tappandomi il naso.
Se Load, in qualche modo, è ancora difendibile, ReLoad è inqualificabile senza mezzi termini. Inqualificabile come secondo disco di un doppio CD e inqualificabile come sequel di un già pericolante Load.
I Metallica del 1998 sono un gruppo a cui non interessa più un cazzo neanche di comporre decentemente. Di ReLoad tutti si ricordano Fuel, che ormai ci ha smarciato le palle, e ben poco altro.
No, scusate, in ReLoad c’è il sequel di The Unforgiven… intitolata ad hoc The Unforgiven II. Questa canzone passava con un ritmo impressionante su Music Box, l’unico canale musicale che riuscivo a vedere a casa mia.
Vale ancora la pseudo-difesa dell’amore per il southern rock, il brit-pop e il look da tarri di periferia? L’amore per i Corrosion Of Conformity e l’alternative da casalinghe disperate che cercano sempre più di compiacere?

Faccio un inciso, e lo dico con onestà: se vuoi vivere di musica (e non sopravvivere di musica), andare a compiacere le casalinghe disperate, quelli che fanno la spesa al supermercato e i giovani che si fanno le pippe davanti alla televisione è il canale privilegiato.
Ovvio, ne perdi un po’ di credibilità e potrebbe anche esserti rinfacciata come cosa. Ma tu, dall’alto di uno stipendio pari al PIL di un lercio paese del terzo mondo, te ne puoi anche sbattere i coglioni di quattro minchioni che ti chiedono di fare solo una cosa: suonare in maniera decente (thrash possibilmente) o di produrre qualcosa di commestibile e appetibile.

ReLoad è un nuovo dito medio alzato verso il pubblico. L’attestato di strafottenza e iper-potenza dei Metallica. Il “noi-vs-voi” che va bene perché tanto tu hai pubblicato Ride The Lightning o Master Of Puppets.
A guardare indietro, e con la saggezza dei grandi, fai persino fatica a capire se questo sarà il vero passo falso o la vera merda seguirà per tutto il decennio successivo.

Riascoltare ReLoad, dopo anni che non lo ascoltavo intero, è un colpo al cuore.
Non fraintendetemi, non sto parlando in senso positivo.
Pattume era e pattume rimane. La patina del tempo, quella che fa vedere gli unicorni che cagano arcobaleni, non riesce a migliorare questo cumulo di canzoni pessime.

[Zeus]

Marilyn Manson – Antichrist Superstar (1996)

Per uno della mia generazione, nell’anno 1996 evitare di sentire Antichrist Superstar era praticamente impossibile. Tutte, e dico tutte, le TV musicali pubblicavano quel video (io me lo ricordo in rotazione costante, una tragedia… insieme agli Offspring, The Unforgiven II, i Bad Religion e boh.. altro). Mi ricordo di Marilyn Manson su quel podio, me lo ricordo come un tizio che fa cose e canta qualcosa che non mi è rimasta mai in testa – di quel disco The Beautiful People aveva un ritornello più catchy.
Questo è quello che mi ricordo di quell’anno, della sensazione di Marilyn Manson nel 1996. Mi ricordo lo scandalo, i giornali che ne parlavano, l’America che si rivoltava e i picchetti contro M.M. Gli americani, per certe cose, non hanno mai capito un cazzo. Si fanno prendere dall’ansia esistenziale per una fava, diciamocelo. Rincorrono il primo che arriva con il forcone, così possono tornare a farsi fare pompini da enormi trans sudamericani senza problemi.
Basta mantenere il giusto livello di dignità sociale.
Ma vi sembra veramente che un personaggio da baraccone come M.M possa realmente essere eversivo (a parte i ricordi dei tour, letti sulla Storia Orale del Metal)? Giuratemelo e poi andatevi a vedere dei veri fattoni come i blackster norvegesi, svedesi o finnici.
Ecco perché in Europa ha causato meno polemiche: come fai ad essere anche solo “stupito” da uno come lui, un Ronnie McDonald in black, quando noi abbiamo personaggi di un certo livello come quelli dei Mayhem,Varg Vikernes o i francesi Mutilation…?
Il disco non mi ha mai preso,lo ammetto. Antichrist Superstar ha fatto sfaceli in giro, è stato ipervenduto, è diventato il cavallo di battaglia di Marylin Manson e ha “corrotto” migliaia di giovani menti. A casa mia ha fatto solo un pit-stop poi se ne è andato… del genere industrial-metal preferisco nettamente i Rammstein,

[Zeus]

I se fumava i ossi!!!” cosi mi riassunse la biografia di Marilyn Manson un tizio conosciuto per caso su un treno. All’epoca, Marilyn Manson era il mostro da sbattere in prima pagina, l’ icona della depravazione, l’anticristo divenuto superstar. Con questo disco divenne conosciuto da tutti e temuto da molti. E com’è questo disco? Beh devo dire che ha il suo perché, con alcuni pezzi che sono giustamente diventate hit, “Beautiful People” su tutte, con un appeal da canzone da radio ma un retrogusto sinistro.
Al tempo della sua uscita lo ascoltai, ma non lo consumai, ero appena entrato in contatto col metal estremo, canzoni che la gente che inorridiva per Marilyn Manson non avrebbe manco concepito nei sui incubi peggiori, li i musicisti bruciavano le chiese e si pigliavano a coltellate, li l’anticristo se lo incidevano a caldo in fronte, altro che fumarsi le ossa…
Col senno di poi, considero questo disco l’ultimo “mainstream” che scosse un po’ il pubblico, unendo oltre allo “shock” anche della musica con un po’ di spessore. Poi 20 anni di calma piatta….
[Skan]

Amorphis – Elegy

Elegy è stato il primo disco che ho comprato degli Amorphis. Non il primo che ho ascoltato, vorrei vantarmi e dire che ho conosciuto questi finnici con Tales… ma, cristo, no… li ho conosciuti con Tuonela. Che, per carità, è un disco fighissimo e che apprezzo molto più di Am Universum (parere personale, sia chiaro). Tuonela è stato l’ultimo grande disco della vecchia formazione con Pasi alla voce, ma Elegy, beh, si posiziona su un livello tutto diverso.
Gli Amorphis sono quella band che ti potresti aspettare di sentire passare in una radio, ma non passeranno mai. E sì che in Finlandia ci passano anche, ma si sa, lassù fra alcool, renne e poco sole, le idee scorrono più veloci.
Recensire questo disco? Neanche per idea. L’ho già fatto tanti anni fa proprio su TMI e mi basta. Chi lo conosce sa che perla ha davanti, chi non lo conosce meglio che se lo procuri e la smetta di seguire quelle porcate ultraterrene che spacciano per viking/folk/barbon-metal.
Cazzo, vogliamo mettere quanto animo folk, quanti paesaggi nordici, quanto gelo, belle donne con i capelli biondi e lambiti dal vento freddo della Terra dei Mille Laghi c’è in questo Elegy in confronto allo spirito medievale d’accatto di trequarti delle uscite successive?
Elegy sa di racconti intorno al fuoco, di leggende tramandate da nonno a nipote, di solitudine a guardare la tundra mentre il sole scende per risalire molto tempo dopo. Elegy profuma di freddo, di antichità e di ricordi.
E, cazzo, mi commuovo ancora quando sento My Kantele.

[Zeus]