Ben Harper – Diamonds on the Inside (2003)

Vi chiederete, forse, per quale cristo di motivo ci sia un disco di Ben Harper su TheMurderInn. Il motivo è semplice, se nel 2003 non avevi 3 anni o se non abitavi insieme al giapponese rinchiuso nel bunker ad aspettare i marines ad Okinawa, allora sei stato bombadato senza mezze misure da Diamonds on the Inside di Ben Harper. La radio spingeva la title-track e With My On Two Hands con frequenza enorme. Le sentivi sempre e comunque. Tanto che, adesso, posso canticchiare il ritornello senza difficoltà anche a distanza di 20 anni dal processo osmotico che me l’ha stampato nel cervello. E senza neanche aver sentito il disco negli ultimi 19 anni. Quindi sapete che il potenziale pop di quelle due canzoni era (ed è) di prima categoria. Ma attenzione, quello che Ben Harper suonava non era pop. Non era una Taylor Swift (sentita oggi in radio, ecco perché ricordo il nome), ma mischia una serie di influenze della musica nera, del raggae, del rock e le butta in un processo creativo baciato dalla vena pop. La capacità di rendere appetibile un genere che, di appetibile per la radio, non era. E non è. Un po’ come tutta la schiera di canzoni pop-jazz uscite nel periodo. Non dovevano rendere sulle onde corte, ma hanno fatto strage. Ecco perchè il buon Ben, in Italia, ha raggiunto il primo posto nelle vendite. Il. Primo. Posto. Neanche fosse gli 883. Qua stiamo parlando di un musicosta erudito. E niente, la gente 20 anni fa doveva essersi presa bene a quanto sembra. Il grande exploit, però, non è stato passeggero visto che il Nostro sembra aver mietuto vittime in Italia tanto da tenerlo nelle prime posizioni anche anni e anni dopo questo Lp. Per quanto mi riguarda, Ben Harper lo metto in relazione all’Università, il periodo era quello e io mi trovavo nel mezzo di un cammino universitario che già tendeva alla catastrofe, anche se me ne sarei accorto subito dopo aver fatto la discussione della tesi. Ben Harper era nelle radio dei bar dove si chiacchierava dei massimi sistemi, del Milan di Sacchi e dell’incapacità dei calciatori di essere decenti se non con la casacca del Milan (parole non mie). Erano discussioni che mettevano insieme Led Zeppelin, Black Sabbath e Banco del Mutuo Soccorso. Rush e Nirvana. Aperitivo con pizzette e depressione da esame in vista. E Ben Harper era là con Diamonds on the Inside. Adesso compie 20 anni, se volete un tuffo nel passato potete ascoltarlo, se no potete semplicemente bearvi dei ricordi e passare oltre. Ma vi perdete qualcosa, questo è certo.
[Zeus]

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