Attic -Return of the Witchfinder (2024)

Ecco, dopo anni di silenzio il nuovo degli Attic, disco che solo io e pochi altri aspettavamo con impazienza. Ok, sappiamo che gli Attic nn sono niente di nuovo, un cantato alla King Diamond su una base di metallo tradizionale alla Judas Priest e/o Mercyful Fate (ovviamente) ma con un’attitudine (ho detto attitudine, non sonorità) alla metal estremo nordico, diciamo Dissection per dire un nome che tutti conosciamo.
E com’è questo discuzzo? Esattamente come gli altri due precedenti, che essendomi piaciuti parecchio porta al piacermi anche questo. Infatti le canzoni ci sono tutte, i ritornelli con dei lick che entrano in cervello e li rimangono e riff azzeccati, ma dove sta il problema allora? Beh, punto uno, Mister Cagliostro non è King Diamond e ogni tanto esagera un po’ con il falsetto, che già non è il suono più amabile del mondo, e quindi se usato troppo o a sproposito inizia ad infastidire. Il buon Mister dovrebbe imparare a dosarlo, gestire meglio la sua teatralità, visto che talento ne ha, e le canzoni risulterebbero più snelle e quindi più fruibili. Punto 2. Return of the Witchfinder è uguale agli altri 2 dischi precedenti, ma uguale uguale; quindi a chi conosce la band, non da quel qualcosa in più che ti fa sussultare, ti sorprende o quant’altro. Rimane comunque un ottimo disco e se passassero dalle nostre parti sarei in prima fila a fare gli ohoho di controcanto e scappociare allegramente! Ben tornati cari Attic, ma la prossima volta un po’ più di impegno!
[Lord Baffon II]

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