Ravenlight – Immemorial (2023)

Oggi su The Murder Inn torniamo a parlare di metal sinfonico, croce di molti e delizia di pochi, cercando di farlo sempre in modo obiettivo, per quanto difficile, quando si tratta di un genere così discusso. Questa volta è il turno degli irlandesi Ravenlight, band attiva dal 2018 e che non si è certo risparmiata, arrivando oggi con Immemorial alla quarta release ufficiale, con due EP e due album all’attivo.

L’impegno a quanto pare li ha ripagati, vista l’accoglienza positiva che hanno ricevuto finora, sia in patria che fuori, tanto da vederli come supporter live di nomi del calibro di EvergreyCruachan e Firewind. Power metal quindi, sinfonico, con accenni al prog, una via di mezzo tra i Nightwish meno pretenziosi e i Kamelot, con un cantato esclusivamente femminile. La cantante Rebecca Feeney segna già un punto a favore dei Ravenlight grazie ad una varietà espressiva che non la relega al solito (mezzo)soprano ma le permette di spaziare (più una Floor che una Tarja, per rimanere in tema). 

Chitarre e tastiere sono opera di John Connor che, occupandosi di entrambi, riesce a creare un buon equilibrio, con una predilezione per le prime come è giusto che sia, ma dando il giusto spazio anche alle seconde (le note di pianoforte alla base di Paper Ships fanno un gran lavoro), creando anche intrecci tra le due che favoriscono l’eleganza e la melodia alla pomposità. E qui arriviamo ad un altro punto a favore: i Ravenlight non appaiono mai esagerati, pomposi, eccessivi. Sono sempre sobri, equilibrati, emozionali senza essere stucchevoli e con una solida base metal fatta di chitarra-basso-batteria. I brani, dieci in tutto, non eccedono mai in durata, se si esclude la conclusiva e classica suite Springtime Lament che comunque funziona benissimo e che è probabilmente tra le migliori dell’album.

Immemorial è un lavoro  molto melodico senza essere banale, con una buona scrittura alle spalle, che senza stravolgere le regole, ma con consapevolezza e padronanza dei mezzi porta a casa un bel risultato. Chi non apprezza il genere non cambierà idea ascoltando i Ravenlight, chi invece lo ascolta o lo ascoltava troverà una band che lo tratta in modo più maturo rispetto a tanti altri. 

[Lenny Verga]

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