Addio mondo crudele. Octinomos – Fuckhole Armageddon (2001)

Non è la prima volta che si vede un buco di culo sulla copertina di un disco e se avete qualche primavera sulle spalle, e togliete dall’equazione certe facce che appaiono sui dischi, il primo rimando che dovrebbe venirvi in mente sono i Type O Negative. Forse è nuovo nel black metal, questo ve lo posso concedere, ma non vado di certo a sondare tutte le copertine black che sono uscite fino a quel momento storico per avvalorare la mia posizione. Perché, in fin dei conti, quello che conta non è mettere un buco di culo in copertina, ma il contenuto del CD che avete fra le mani e nel 2001 gli Octimonos sono ai saluti finali. Fuckhole Armageddon è l’ultimo disco in studio della band, ormai diventata one-man band, svedese e da allora il silenzio più assordante, anche se Encyclopaedia Metallum li da ancora attivi. Probabilmente erano arrivati alla fine della corsa o le idee era meglio buttarle su altri mille progetti, che ne so io, ma la differenza fra Welcome to my Planet e questo Fuckhole Armageddon è notevole e si sente molto di più a vent’anni di distanza. Sarà che una questione di registrazione o anche solo di mero contributo esterno (lo scream di Mårten Björkman), nel 1999 gli Octimonos spaccavano il culo; due anni dopo suonano veloci, incazzati ma se si toglie il bizzarro clean di Wipeout il disco suona praticamente tutto uguale e questo non è sempre un punto a favore.
Questa compattezza/monotonia è uno dei pregi e difetti dell’essere una one-man band; si ha di certo il controllo totale sulla creazione della musica, ma prima o poi la mancanza di confronto ti mette in posizione svantaggiata e rischi di uscirtene fuori con mezze idee o con minime variazioni della stessa.
Non gli rinfaccio niente di grave a Fredrik Söderlund e il motivo è semplice: Fuckhole Armageddon non è un brutto disco, credetemi sulla parola. Anzi, se dovessi vederlo in un quadro generale e pur sottolineandone i difetti e le possibilità di miglioramento, questo LP raggiunge il suo scopo ultimo e ha solo il difetto di essere uscito dopo Welcome to my Planet e di non riuscirne a riprendere l’esplosività. 
Nel 2001, Octinomos ci mettono una bella dose di incazzatura e attitudine, spaziando con perizia all’interno di diverse correnti del black metal svedese. e quindi quando lo riprendete in mano vi ritroverete a sentirci dentro richiami ai Dark Funeral et similia. 
Pur lontano dall’essere un capolavoro e/o un disco che andrei a recuperare seduta stante, Fuckhole Armaggeddon riesce comunque a riportare il bollore del sangue ad un livello canonico e non vi dico quanto questo effetto calmante sia un toccasana. Se vi viene, recuperatelo (si trova anche su Spotify), se no lasciatelo stare e riprendete quanto uscito prima del 2001. 
[Zeus]

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