Umbra Noctis – Asylum (2024)

Gli Umbra Noctis sono uno dei tanti portabandiera del black metal tricolore, coi loro venti anni circa di attività. Certamente, lo dico subito, questo nuovo “Asylum” è un passo avanti rispetto al precedente “Via Mala”, che presentava una band un po’ appannata a livello sia di produzione che di songwriting.
In questo nuovo capitolo la band decide di tornare proprio all’antico concetto di black metal e ad una produzione grezza ma efficace, in quanto ogni strumento riesce a sentirsi bene, soprattutto le chitarre che hanno un’ottima distorsione e macinano riff su riff abbastanza aggressivi, salvo spesso arricchirsi di una vena depressiva (ma non depressive) che viene esaltata da arpeggi anche dissonanti o comunque malinconici. I pezzi durano il giusto e quindi non annoiano, salvo la lunga “Green Eyes” che cerca di condensare tutte le anime della band in un pezzo davvero molto bello e maturo.
Bello anche l’utilizzo del growl da parte di Filippo Magri, ma in generale è proprio la cosa principale che funziona, ovvero il songwriting. “Asylum” è un disco coerente col black metal e cerca di omaggiare anche realtà della stessa Italia come ad esempio gli Spite Extreme Wing, ma che spesso potrebbe ricordare musicalmente anche Burzum, Darkthrone e qualcosa della scena finlandese con riferimenti ad Horna e Sargeist. Un album black metal in toto, senza mezzse misure, molto ben realizzato.
Prendere o lasciare, ma se io fossi un amante del black metal più genuino una chance gliela darei.

[American Beauty]

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