Sceptic – Nailed To Ignorance (2022)

Quello degli Sceptic si può definire un ritorno in grande stile dopo diciassette anni di silenzio, infatti il loro precedente album, Internal Complexity, è del 2005 (e se ve lo state chiedendo, sì, il 2005 è così lontano). La band di Cracovia è attiva dal 1994 e Nailed To Ignorance è la quinta release ufficiale. Insomma la prolificità non fa parte del suo vocabolario e tornare sulla scena dopo una pausa così lunga non deve essere stato semplice. Non penso esista una regola che affermi i benefici o gli svantaggi di intervalli così lunghi tra le pubblicazioni, fatto sta che ascoltando questo nuovo lavoro gli Sceptic non sembrano essersi mai fermati. Nailed To Ignorance è un album di technical death di ottimo livello, sia per le doti dei musicisti che per il songwriting. 

La band è sicuramente cresciuta seguendo la lezione dei Death e non si può fare a meno di notarlo ascoltando i nove brani che compongono il disco, ma se pensate a qualcosa di derivativo e impersonale, vi sbagliate. Gli Sceptic portano quel sound che ci è tanto caro nella modernità per quanto riguarda la produzione e il modo di intendere oggi il death tecnico. Inoltre ci troviamo di fronte a un gruppo  di metal estremo polacco che non è l’ennesimo derivato di quanto fatto dai Behemoth

Gli Sceptic esplorano tutti gli aspetti del tech death, da quello più duro e diretto, a quello infarcito di melodie, arpeggi e stacchi acustici, a quello strumentale (The Sakkara Bird), a quello sperimentale (le parti di basso in evidenza in Fate in My Hand sono una figata), costruendo brani, e di conseguenza un album, dinamici e vari che non stancano e mantengono alta l’attenzione. La band concede poi spazio e rilevanza a tutti gli strumenti: assoli di chitarra, stacchi di basso, passaggi di batteria elaborati, ce n’è per tutti i gusti. Se come me adorate The Sound Of Perseverance, Nailed To Ignorance vi piacerà. Fatevi avanti death metallers!

[Lenny Verga]

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