Mist Of Misery – Severance (2022)

Con una copertina che già ci introduce nel giusto mood – freddo, desolazione e oscurità – gli svedesi Mist Of Misery si presentano a noi con quella che, tra Ep e full lenght, dovrebbe essere l’ottava release ufficiale. Con Severance la band cambia leggermente tiro passando da una proposta depressive black ad una più legata alla malinconia e lo fa per dare vita ad un concept. Rimangono comunque intatto il lato oscuro e quello atmosferico, non tradendo il trademark che ha portato fan e consensi alla band fino ad ora. 

Black sinfonico e melodico, quindi, è ciò che ci troviamo di fronte. L’opener An Ode to Solitude è un pezzo che rasenta la perfezione per chi apprezza il genre: note di pianoforte malinconiche, tristi che esplodono in un riff pieno e carico supportato da una bella melodia che rimane subito in mente. Memori del proprio percorso i Mist Of Misery fanno un sapiente uso delle tastiere, prima di tutto con la scelta dei suoni ma anche con il giusto bilanciamento con le chitarre. L’esperienza depressive si sente e li porta a non pompare inutilmente le orchestrazioni. Il pezzo coinvolge e fila liscio. La successiva The Long Road fa il paio, introducendo qualche orchestrazione in più, aumentando la furia e l’intensità delle parti estreme. 

Dalla terza traccia Severance tende verso un symphonic black più canonico. Parliamo sempre di brani convincenti ma che non hanno lo stesso appeal dei precedenti. L’album inizia a tornare in carreggiata con la sesta e lunga traccia Through Nights Gloom che potremmo definire un’equilibrata via di mezzo tra gli elementi visti finora, e con la successiva Oceans of Grief.

Severance è un lavoro che esplora diversi confini del black melodico, che fa buon uso delle orchestrazioni e delle atmosfere, cercando di non ripetersi, di variare, anche se a volte si spinge troppo oltre, come nell’eccesso di epicità (non credevo che avrei mai scritto una cosa del genere) della title track. Un plauso, è obbligo sottolinearlo, va al cantante che riesce a districarsi tra un ottimo scream, parti in growl e anche qualche passaggio in clean. Tutta la band comunque compie un buon lavoro.

Severance è un album che ho ascoltato volentieri diverse volte, che i puristi del black probabilmente non apprezzeranno ma che colpirà positivamente chi è di vedute più aperte.

[Lenny Verga]

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