Vltimas – Epic (2024)

Eccoci qua, ritorna il “supergruppo” Vltimas, che nella nostra epoca di fattura Marvelliana, con supergruppo ci aspettiamo gente con superpoteri che strappa i muri coi denti, lancia laser dal buco del culo e vola verso Saturno e poi si riunisce per distruggere Manhattan e salvare il mondo. E quindi dal batterista dei Criptopsy, da Blasphemer e da cowboy Dave Vincent ci si aspetta che (stra-)facciano l’impossibile, ritmiche spezzate, rullate pirotecniche e invocazioni iperblasfeme urlate coi polmoni in mezzo alla trachea.
Invece no. Ma ce lo avevano già detto con il disco precedente.
Disco si di musica estrema, ma molto ponderato e pensato, con tutte le cose ben fatte al loro posto. Senza esagerare. Vuoi l’assolo? Ci sta l’assolo, ma ben fatto, a posto, con gusto. Vuoi il riffone? ci sta il riffone, senza usare mille note, con gusto, funzionale alla canzone. E la batteria? Dai, Mounier è noto per il suo suonare sopra le righe, farà praticamente solo fill velocissimi? No, fa le sue robe, spinge quando deve spingere, accompagna quando deve accompagnare, dove e come è richiesto dalla canzone. Quindi? L’ho praticamente detto. LE CANZONI. Ci sono tutte. Senza esagerare, che le ascolti la prima volta e dici, niente di che, poi lo riascolti una seconda volta e passa, la terza volta lo cerchi e poi ti ritrovi in fila alla posta a canticchiare “Ma-ni-feestooo“. Perchè questi tre sono grandi, perchè sono professionisti prima di essere virtuosi. Questi hanno chiaro in mente cosa vogliono quando scrivono una canzone, sanno che mettendo lì uno stop e là un accellerazione e la canzone gira e non bisogna strafare.
E soprattutto Dave, che non deve dimostrare più niente e nessuno, lui nella leggenda c’è già entrato, e quindi perche puntare al limite? Infatti interpreta i sui testi in maniera magistrale, quasi teatrale, rendendo il suo growl comprensibile, mettendo i ritornelli nei punti giusti, in modo che ti rimangono in testa.
Disco ottimo? No, era meglio il primo, ma devo dire che è fatto veramente bene e si ritorna ad ascoltare molte più volte di altra roba, che magari al primo ascolto ti fà dislocare la mascella, ma finito l’effetto speciale, rimane nello scafale.
[Lord Baffon II]

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