Il duro lavoro del recensore… After Forever – Prison of Desire (2000)

Questa è dedizione, cari miei. Io e gli After Forever non ci siamo mai incontrati prima e non ci incontreremo mai più, ovviamente non prima del prossimo ventennale (che spero di rifilare a qualcuno, ma dubito). Il genere mi annoia a morte e riesco a reggere la voce da soprano per circa mezzo secondo prima di dar di matto. 
Non mi sono mai piaciuti i Nightwish e neanche tutta la progenie di band che avevano la necessità di creare un duetto beauty and the beast (Theatre of Tragedy a parte, ma unicamente un disco) sopra una base symphonic power metal o come cazzo volete incasellare questo genere qua. Già avevo i miei problemi a digerire gente come i Tristania, figuratevi quando si incomincia a tirar fuori musica di ‘sto tipo. 
Ma il lavoro va fatto e, vi giuro, è difficile visto che mentre scrivo sto sentendo gli After Forever in cuffia e sotto la dolce metà sta sparando qualcosa come deathcore o simile, quindi bordate e breakdown. Un mix che si incastra strano nel mio cervello. 
Togliendo dall’equazione tutti quelli che ascoltano/vanno a vedersi il concerto degli After Forever per il piacere dell’assembramento di gnocca o per avere una visione della Jansen da vicino, le voci soprano/operistiche tendono a sfasciarti il cazzo. Che sia quella di Tarja dei Nightwish (tanto che poi Floor Jansen ne prenderà il posto) o quella di un’equivalente, il mio cervello va in versione Windows 95 e si inchioda, tanto che ad un Gods of Metal l’unica cosa che mi ricordo di quello che Tarja ha cantato è stato The Fishmaster. Scusate, The Wishmaster, ma io ho cantato quella e non mi ricordo un cazzo di nulla di quello che ha cantato la mascelluta cantante finnica. Figuriamoci se mi rimane qualcosa degli olandesi in questione.

Giuro, sto tirando melina con la recensione perché non voglio farla finire dopo neanche 200 parole… ma non ho niente da dire su Prison of Desire. Se siete dei fan, probabilmente questa recensione vi ha fatto cagare e volevate qualcosa di serio e competente (come se riuscissi a scrivere in maniera competente); se non lo siete, è la band che vi fa schifo, quindi non avete neanche perso tempo a leggere ‘sta merda. 
A tutti gli effetti, una situazione di win-win per tutti. 
[Zeus]