Aspidium – Harmagedon (2020)

Sono favorevolmente colpito dalle buone proposte in ambito black metal che ci arrivano dalla Germania attraverso la Metalmessage. Dopo i notevoli Hangatyr recensiti da poco, questa volta tocca agli Aspidium. La one man band guidata da Kurt Jason Kelderer, ma attiva anche live grazie ad una formazione completa, ci presenta in anteprima la seconda release ufficiale, Harmagedon, uscito il 18 aprile. 
Il sound che esce dalle casse è un black metal con influenze death, ma personalmente aggiungerei anche una lieve spolverata di doom, data l’abbondante presenza di mid tempo e rallentamenti. Questi ultimi elementi mi hanno riportato alla mente band come gli Arckanum, ma registrati e suonati molto meglio, o almeno questa è l’impressione che ho avuto ascoltando brani come Elegie, già disponibile insieme ad altri due per chi volesse farsi un’idea, pezzo che alla mazzate della velocità preferisce l’aggressione con colpi pesanti e cadenzati, ma inesorabili, adornato da melodie malvagie striscianti e momenti dal sapore quasi epico ed un incazzatissimo cantato in tedesco.
Quando serve gli Absidium sanno anche premere sull’acceleratore e smuovere un po’ gli organi interni dell’ascoltatore a colpi di blast-beat e furia classicamente black, come in Tödliche Begierde. Una menzione speciale voglio farla a Dani Hofer per l’evocativo artwork, oscuro quanto basta, che mi è piaciuto molto.
Non ci sono molte variazioni sul tema, ma gli otto pezzi e i poco più di trentacinque minuti di durata rendono l’esperienza immediata e gratificante, perché ti da tutto e subito, senza compromessi, senza farti attendere. E questo non può che essere un pregio, soprattutto nella scena odierna, dove anche band più quotate a volte si lasciano prendere la mano dai fronzoli e da una complessità non sempre comprensibile per l’ascoltatore.

[Lenny Verga]