Il panino con la porcheria: In Flames – Clayman (Re-Recorded)

Con il calcolato rischio (?! – mi chiedo: ma realmente qualcuno legge i miei articoli?) di farmi tirare addosso palate di letame fumante, mi permetto di parlare della novità in casa In Flames. Con l’avvicinarsi del ventennale di Clayman (ne tratteremo a tempo debito), gli americano-svedesi hanno deciso che quel disco, adesso, deve essere riproposto in una forma più gggiovane. Che poi, mannaggia agli In Flames, fosse già stato un discone della madonna, no, niente… Fridén&Co hanno deciso che era giusto dare ai fans quello che vogliono e quindi merda
Perché possiamo parlare di tutto e anche mettere la testa sotto la sabbia credendo a tutte le puttanate che ci diciamo quotidianamente per superare l’imbarazzo di doverci definire fan degli In Flames sapendo quello che è uscito post-2000, ma ri-registrare Clayman in questa veste è qualcosa che supera il livello della porcheria. 
Già i mastodontici Dimmu Borgir ci avevano tentato con Stormblast, mannaggia alla maiala, facendone uscire una vaccata (che poi è sempre meglio degli Eonian usciti dopo), e così tante altre band… ma gli In Flames si sono superati. 
Ma questo, ahimè, è il giudizio di un fan della band pre-2000; quella dove c’erano le armonie di chitarra e le melodie funzionavano e il death metal era presente insieme al folk e ai rimandi Maiden-iani. Al fan di I Am Above, puttana eva, questo miscuglio spompo dovrebbe anche piacere. Synth a palla, chitarre leggere, vuote ed inesistenti, lo svociato Fridén che proprio non ci arriva e poi la sezione ritmica che va di doppia ma è di marzapane visto che l’hanno registrata con il Coccolino. 
Benvenuti nel 2020 cari miei. Io non so come finirà quest’anno, ma per il momento provo imbarazzo a sentire questo brano. 
Contenti loro. 
[Zeus]

Hungry Daze – Back To My Future (2020)

Classico heavy metal e hard rock per gli Hungry Daze, un gruppo che sicuramente sa il fatto suo per quanto riguarda il lato squisitamente tecnico, ma che ha anche il dono di saper comporre canzoni belle da ascoltare, che hanno un loro potenziale che risiede soprattutto nella voce di Robby Bruccoleri (Projecto), ma anche nel bellissimo lavoro chitarristico ad opera di Francesco Yacson Russo.
I riff sono di chiaro stampo hard rock, piuttosto che heavy metal, e la band mette in successione canzoni davvero ben realizzate, come ad esempio The Right Way, che potrebbe ricordare gli ultimi Europe, ma anche il rock contemporaneo tipo Alter Bridge, per la produzione potente e cristallina e per il cantato di Robby. Rock Paradise, Back To My Future, Life On Two Wheels e Motorcycle Man (Saxon cover), sono pezzi che a mio parere fanno decollare l’album verso vette di classe indiscutibile.
La band ha anche la capacità di variare un minimo la propria proposta da brano a brano, a volte rimanendo nei confini del quasi AOR (Kiss Of Life), e poi cambiare rotta verso qualcosa che si avvicina molto al classico heavy metal. Le influenze sono unicamente da ricercarsi nei grandi dell’hard and heavy degli anni Ottanta. Tutto in questo album è classico e si va sul sicuro in questo senso, ma come dicevo, ogni tanto c’è qualche accenno di modernità nella cura del sound che non guasta affatto. Un album che ci riporta a casa, dove molti di noi erano nati a livello di partenza con l’heavy metal, e la sensazione è molto gradevole. Un disco che piacerà molto a chi apprezza classe e melodia nel metal, ne sono sicuro.
[American Beauty]