Half Life – Like A Jungle (2023)

Oggi ci rituffiamo con grande piacere nell’underground italiano: gli Half Life provengono da Roma e sono attivi dal 2015. Nel 2019 pubblicano l’EP I’ve Got To Survive e quest’anno ritornano con il primo full lenght intitolato Like A Jungle.

Il quartetto è dedito ad un classico heavy con chiare influenze hard rock, quindi l’impronta anni ’80 c’è tutta e farà la felicità di molti. L’album si apre bene con la title track che ha tutte le caratteristiche che non possono mancare a questo genere: energia, riff rocciosi, una sezione ritmica quadrata. La seguente Dance Of Madness poi è ancora meglio, forse il mio pezzo preferito. Virus chiude degnamente una tripletta iniziale senza punti deboli, diretta e coinvolgente.

Qui arriva uno dei pochi momenti di Like A Jungle che non mi hanno convinto del tutto. Scrivere una ballad memorabile credo sia oggi un’impresa difficile, si rischia di scadere nel banale, ma non è questo il caso, o di non fare presa sull’ascoltatore. A differenza di molti, non sono un detrattore delle ballad, ne potrei citare un sacco che adoro, ma Last Time purtroppo non ha fatto breccia, nonostante abbia comunque dei buoni spunti. Se togliamo Rearrange, altro pezzo a mio parere sotto tono rispetto agli altri, ciò che resta nella seconda metà dell’album è valido tanto quanto la parte iniziale.

Like A Jungle è un bel disco, che guarda come a un faro al metallo classico di band come Judas PriestAcceptIron Maiden, a cui si aggiunge una vena hard rock, insomma avete capito, ha bei riff e assoli, una voce graffiante, sa di benzina e del rombo del motore a cilindri delle moto. Mi piacerebbe vedere gli Half Life dal vivo per sperimentarne tutta l’energia.

[Lenny Verga]

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